Coltelleria Lorenzi

Autore: Sara Defrancesco

É una nota tradizione della Val Rendena quella degli arrotini, che ha interessato flussi migratori dalla Val Rendena verso i paesi dell’oltreoceano e verso le isole europee. Un mestiere, quello del moleta come si dice in dialetto, che racconta la storia di una valle, fatta di persone, emigrazione, lavoro, passione. 

É una storia che, nel segno della tradizione, oggi si arricchisce di design. Scegliere un coltello nella Coltelleria Lorenzi di Madonna di Campiglio è un’esperienza di stile, che dall'artigianalità Made in Italy abbraccia stili e storie di tutto il globo.

Incontriamo Roberta un giorno d’estate nella sua bottega di coltelli di Madonna di Campiglio.

Coltelleria Lorenzi: una tradizione diventata globale  É stata la necessità a portare l'arte di affilare le lame dalla Val Rendena in tutto il mondo,  soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Approdati nelle metropoli straniere, gli arrotini della Val Rendena si sono rimboccati le maniche, giravano per la città ad affilare lame ed affittare coltelli.

Oggi sono i figli e nipoti di quegli emigranti a gestire un business che, nato per necessità, è altamente redditizio, e mantiene le proprie radici storiche perchè portato avanti da poche imprese a conduzione famigliare. Un lavoro umile diventato un business globale. 

Una di queste famiglie della Val Rendena è la famiglia Lorenzi, originaria di Mortaso, piccola frazione del comune di Spiazzo Rendena.

Roberta ci racconta l’albero genealogico della famiglia, dal nonno, agli zii: una tradizione di famiglia che ha visto la realizzazione di botteghe di coltelli prestigiose, e l’apertura nel 1973 a Madonna di Campiglio della bottega di coltelli come succursale di quella di Milano. 

In Piazza Righi, l’arte dell’affilatura è portata avanti con passione e professionalità da Roberta insieme al marito Michele e ai figli.

É con l'albero genealogico in mano che Roberta ci mostra la dedica dello zio Franco:
“A Roberta, mia carissima nipote, sperando nella continuità”.  “A Roberta, mia carissima nipote, sperando nella continuità”. 

Una dedica che si fa experience di artigianalità nel cuore della Perla delle Dolomiti.

La bottega di Madonna di Campiglio: artigianalità e stile 

Roberta non affila le lame: le sceglie, le cura, le ripone negli scaffali e nelle vetrine nella bottega di coltelli a due piani di Madonna di Campiglio.

Quando si entra in negozio, si respira la tradizione di un mestiero antico, la globalizzazione di un’arte, i volti di una valle. Non si trovano solo coltelli, professionali e sportivi, ma anche articoli per la rasatura, strumenti per la manicure, spazzole e accessori per capelli, posateria, profumeria di nicchia. 

E allora acquistare nella Coltelleria Lorenzi diventa un’esperienza intensa, dove l’oggetto si fa manufatto, elemento di stile, un oggetto per la vita

La mola della Val Rendena: da strumento di lavoro a status symbol

Mola, slaifera, carisola, affilacoltelli: è diventata monumento storico all’ingresso del paese di Pinzolo (il monumento al Moleta fu realizzato nel 1969 da Silvio Bottes), dedicato ai tanti emigranti che, nel corso del XIX e della prima metà del XX secolo, partirono dalla Val Rendena in cerca di fortuna. È lo strumento per eccellenza che impersonifica la figura del moleta, anche perchè senza la mola coltelli non se ne affilavano.

La più rappresentativa è quella a pedale, una carriola su cui domina una mola con il serbatoio dell’acqua che permetteva di tenere sempre umida la pietra smerigliata. Sul retro della mola vi è un piccolo armadietto con gli attrezzi del lavoro, un cambio di biancheria e, qualche volta, si usava metterci alcune scorte alimentari.

La carriola si perfezionava di generazione in generazione, per giungere alla versione della bicicletta, fino quella della vespa e della moto. 

Nella Coltelleria Lorenzi di Madonna di Campiglio non c’è la tradizionale mola degli arrotini rendenesi: Roberta non ne ha mai presa una in mano. 

Ed è successo così, in modo naturale e repentino: una mattina d’estate, nel cuore di Mortaso, uno dei borghi più storici della Val Rendena, la slaifera dell’Associazione Culturale la Trisa in mano, il legno ruvido del manico, il ferro arrugginito della ruota, la pietra delle case. Il ramo dell’albero genealogico del capostipite Lorenzi percorre le linee di figli, padri, madri, nonni, zii.

È la storia di Roberta e di una generazione intera, che dalla Val Rendena è partita e, a volte, tornata.

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