Quello di Sissi non è solo un costume sfarzoso: si dimentica temporaneamente la propria persona per entrare nel mito.
È una fredda mattina di febbraio, e Madonna di Campiglio si tinge di bianco. La prima nevicata davvero copiosa della stagione. Un ottimo auspicio, mi dico, dal momento che sto andando a fotografare qualcosa di molto speciale. Non capita tutti i giorni, infatti, il privilegio di immortalare la vestizione dell’imperatrice Sissi – il momento più intimo del Carnevale Asburgico, evento che celebra il legame della Kaiserin con queste montagne.
La “mia” moderna principessa si chiama Monica e fa l’albergatrice. Quando arrivo da lei, ha da poco terminato il servizio delle colazioni in hotel e tutto è ancora intriso di quella quotidianità che di lì a poco evaporerà come neve al sole.
Al piano di sopra, nella penombra della camera da letto, l’elaborato abito di pizzo trasporta immediatamente al quadro di Franz Xaver Winterhalter, il pittore delle teste coronate che mise su tela una delle immagini più iconiche di Sissi.
La metamorfosi ha inizio. Con l’imperatrice, Monica ha in comune un’indiscussa bellezza e una cascata di capelli scuri – si dice quelli che di Elisabetta d’Austria pesassero oltre cinque chili, sfiorandole addirittura le caviglie.
Le mani abili della parrucchiera Marilena raccolgono la chioma in una complessa architettura di trecce, forcine, fermagli. Osservo la donna che ho davanti divenire altro da sé, ne percepisco ogni minimo cambiamento nello sguardo, nella postura. C’è qualcosa, mi sembra, che trascende la semplice rievocazione storica. Quello di Sissi non è solo un costume sfarzoso: è qualcosa di più simile alla maschera vera e propria. Si dimentica temporaneamente la propria persona per entrare nel mito.
Il mito, appunto. Quello di Sissi continua a rigenerarsi, alimentato principalmente dal cinema – dall’interpretazione edulcorata di Romy Schneider, il cui volto è ormai per molti quello del personaggio storico, fino alla nuova serie Netflix e alla recentissima, complessa versione della regista Marie Kreutzer (Corsage, uscito in Italia a dicembre con il titolo Il Corsetto dell’Imperatrice).
A 125 anni dalla sua scomparsa, Sissi continua a essere così vicino al nostro cuore Ma perché, a 125 anni dalla sua scomparsa, Sissi continua a essere così vicino al nostro cuore? Per la sua bellezza intrisa di malinconia, certo. Per il suo amore maniacale per il bello, legata a doppio filo alla paura di invecchiare – varcata la soglia dei trent’anni, smise di farsi ritrarre, lasciandoci l’illusione di un’eterna giovinezza. Le sue fragilità, le sue depressioni ce la rendono ancora più cara. Le principesse tristi godono di un favore particolare – basti pensare, in tempi più recenti, a Lady Diana, a Grace Kelly o, ancora, a Charlène di Monaco.
Credo, però, che esista una vicinanza ancora più profonda. Elisabetta di Wittelsbach poteva contare su una cultura conturbante almeno quanto la sua avvenenza – qualcosa di pericoloso, soprattutto per gli standard dell’epoca. I suoi punti di vista non erano mai scontati – dalla sua innata inclinazione verso ideali di libertà e giustizia fino alla consapevolezza politica degli anni della maturità quando abbracciò gli ideali liberali degli aristocratici ungheresi ribelli, così lontana dall’impero che rappresentava e che si avviava verso un inesorabile declino a ritmo di valzer.
Un’apertura mentale che si tradusse anche nelle scelte più private – famosamente, quando la presenza della stella del Burgtheater Katharina Schratt a fianco del consorte Francesco Giuseppe si fece assidua, Sissi, anziché lottare, rimase in disparte. E non fu debolezza, al contrario. Perché mai avrebbe dovuto privare il marito della possibilità di trovare la felicità in amore?
“La tua amica ti sia di sostegno e conforto sui tuoi passi,” gli disse un giorno. “E per quel che mi riguarda, benedico questa tua gioia”.
Elisabetta era una creatura delle piante e dei boschiUna modernità, infine, che si declina anche nella passione per il viaggio – fuga suprema, strumento par excellence di resistenza al male di vivere – e in una relazione simbiotica con la natura. Elisabetta era una creatura delle piante e dei boschi, intimamente legata all’acqua – dal lago Starnberg, presso il quale crebbe, al mare aperto, specchio della sua anima travagliata – ma anche alla montagna e alle sue vette.
A Madonna di Campiglio Elisabetta di Baviera soggiornò due volte, nel 1889 e poi, ancora, nel 1894. “Sulle cime più alte e solitarie riesco a respirare più liberamente, mentre altri si sentirebbero perduti,” disse.
Viene da pensare che la Kaiserin si sarebbe ambientata anche alle luci e alle ombre del nostro secolo. Gracile e indipendente allo stesso tempo, forte nelle e delle sue contraddizioni, Sissi è una sorta di archetipo della femminilità moderna – cosa che le ha permesso di restare ferma nel nostro immaginario nonostante la voracità onnivora dei tempi moderni che tutto inghiotte e tutto dimentica.
La rievocazione della presenza asburgica a Madonna di Campiglio torna dal 19 al 24 febbraio 2023 con tante iniziative e alcune novità. L’arrivo della corte, in collaborazione con il Filò da la Val Rendena, è prevista domenica 19 febbraio alle 17.30. Lunedì 20, alle 17, ci sarà “Un tè con Sissi” e, a seguire, l’incontro culturale di apertura. La sera, alle 21.30, entrerà in scena “L’altro carnevale” a cura della Pro loco di Madonna di Campiglio mentre martedì 21, alle 16.30, ci sarà il consueto appuntamento con il “Carnevale dei bambini”. Si prosegue mercoledì 22 con l’“Aperitivo asburgico” alle 18 e la “Cena asburgica” alle 20, rispettivamente nei locali e nei ristoranti che aderiscono all’iniziativa. Da non perdere, giovedì 23 a partire dalle 10, la “Sciata asburgica” in costume d’epoca lungo le piste della Skiarea. Poi, alle 17.30, le vie del centro saranno animate da spettacoli itineranti, sempre a cura della Pro loco Madonna di Campiglio. Infine, la serata-evento più attesa, il momento della fiaba e della magia, con il “Gran ballo dell'imperatore” che si terrà venerdì 24 febbraio dalle 19.
https://www.campigliodolomiti.it/it/big-events/carnevale-asburgico
Foto e video @credits Marina Spironetti