La tonalite, nota anche come granito dell’Adamello, conosce l’energia del fuoco che l’ha cristallizzata milioni di anni fa, la forza dell’acqua che la modella con lo scioglimento dei ghiacci, il movimento dell’aria che la sferza nelle notti più fredde, il calore della terra che la custodisce da millenni.
Come la tonalite diventa design, arte, architettura. Ad un certo punto della storia questa pietra, unica e di rara bellezza, incontra la nobiltà del saper fare che la trasforma in colonne e scalinate di antiche chiese, portali, cornici e mura di abitazioni, muretti a secco di terrazzamenti dimenticati, fontane d’acqua zampillante, pavimentazioni di stradine che si arrampicano verso i monti.
Non c’è paese, in Val Rendena, che non sfoggi con orgoglio almeno uno di questi manufatti, segni distintivi del territorio, simboli di identità da mettere in mostra. Negli anni Sessanta del Novecento, un’antica famiglia di tagliapietre e scalpellini originaria di Bienno, nella bresciana Valle Camonica, Val Rendena e inaugura una fortunata avventura imprenditoriale fatta di lavoro, sacrificio, successo.
Si tratta dei Pedretti, che mettono radici nel Trentino occidentale e legano quattro generazioni della famiglia al granito dell’Adamello. L’impresa estrae dalle cave della Val Genova, taglia e dà forma alla pietra nel laboratorio di Carisolo, trasformandola in elemento privilegiato per varie lavorazioni nel campo edile, ornamentale e dell’arredo urbano.
Oggi è un nuovo tempo.
Pedretti Graniti sta scrivendo la sua storia futura attraverso una nuova evoluzione ispirata dall’inedito incontro tra la tonalite e la tradizione da una lato, creativi designer, visionari artisti e avveniristici architetti dall’altro, assemblando progetti che arrivano da tutto il mondo.
La scintilla tra Pedretti Graniti e la creatività internazionale. A far scoccare la scintilla tra Pedretti Graniti e la creatività è stato, nel 2004, proprio lo sguardo innovativo di Trentino Sviluppo che, attraverso il progetto “Pietra: antichi e nuovi percorsi della pietra trentina”, ha voluto incoraggiare il connubio tra ricerca artistica - coinvolgendo giovani artisti, promesse del design e affermati architetti - e la tonalite insieme alla pietra rosa di Terlago, al Verdello di Trento e al porfido della Val di Cembra. In quella prima occasione, a firmare l’inizio di questo straordinario viaggio dentro il design, l’arte e l’architettura fu Ettore Sottsass jr che trasformò il prodotto tradizionale in granito per eccellenza, la fontana, in un oggetto contemporaneo assoluto tagliato a Carisolo.
“Dopo questa prima esperienza - racconta Daniele Pedretti - ne sono seguite numerose altre. La nostra azienda è stata selezionata per partecipare ad un percorso decennale studiato da Trentino Sviluppo con l’obiettivo di supportare le imprese a fare innovazione ed export. A ciascuna impresa è stato abbinato un designer famoso, a noi è stato affiancato Max Lamb”. Il designer britannico, che ama trovare nei materiali naturali l’ispirazione per progetti contemporanei, nel 2016 ha plasmato dalla tonalite “Campione”, una seduta monolitica di grande impatto visivo esposta al London Design Fair e al London Design Festival e tuttora presente al Salon 94 di Manhattan-New York. “Campione Chair” si è poi evoluta e moltiplicata in altri progetti di interni: sedie, tavoli ed oggetti ornamentali sapientemente plasmati dalle maestranze di Pedretti Graniti .
Non solo granito locale. Ne è un esempio la lavorazione del marmo di Carrara su disegno dell’artista tedesco Nils Udo che ha creato “White Sea” per l’isola di Albarella. Sette spettacolari uova
di settanta centimetri di lunghezza sagomate nel laboratorio di taglio e lavorazione a Carisolo. Una sfida vinta nel modellare una pietra così pregiata e nel realizzare una forma così particolare, grande, precisa.
“La collaborazione con Trentino Sviluppo e il Politecnico di Milano (in particolare con Marco Imperadori, titolare della cattedra di Progettazione e Innovazione Tecnologica presso la Facoltà di Ingegneria, oggi anche responsabile scientifico di Arte Sella Architettura, ndr) - spiega Daniele Pedretti - ha permesso alla nostra azienda di conoscere nuove opportunità di utilizzo della pietra in settori quali il design, l’architettura e l’arte e di intraprendere uno sviluppo in direzione creativa.
Questo cambiamento ha aperto le porte dell’internazionalizzazione e comportato importanti investimenti e l’introduzione di nuovi macchinari in grado di fornire elementi particolari e fuori scala. Abbiamo compreso la via per dare valore aggiunto e unicità alla pietra e all’oggetto creato da essa”.
Materia della tradizione, la tonalite ama l’ardore dei designer, la visione futuristica degli architetti e la fantasia degli artisti. “Ad Arte Sella, di cui siamo partner e sponsor ufficiali, dopo la tempesta Vaia (26-30 ottobre 2018), abbiamo collaborato all’inserimento di alcune nuove opere importanti”, aggiunge il responsabile i Pedretti Graniti. Con il granito dell’Adamello l’architetto portoghese Eduardo Souto de Moura, vincitore del prestigioso Premio Pritzker (2011) e del Leone d’Oro alla 16a edizione della Biennale di Venezia, ha realizzato un’opera senza titolo, installata nel 2019 al confine tra lo spazio espositivo di land art e la montagna selvaggia, colpita, l’anno prima, da Vaia. Un dolmen, una porta, che invita a riflettere sul senso dell’architettura e la fragilità umana di fronte alla forza dirompente della natura. Ancora, l’opera di land-art “Spleen”, dell’artista trentino della Valle del Vanoi Giuliano Orsingher, un blocco magmatico di granito ingentilito da una forma sinuosa e ondulata.
Il designer milanese Alberto Meda ha invece declinato la tonalite in forma di panchina, nell’ambito del progetto Arte Sella Benchmark, una serie di opere site-specific con funzione di sosta e contemplazione. Il granito dell’Adamello non ha mancato di esercitare il proprio fascino sugli architetti trentini. A Madonna di Campiglio, in piazzetta Detassis, c’è l’installazione “Cengia del Bruno”, a ricordo dell’alpinista e “re del Brenta” Bruno Detassis, su progetto dell’architetto Gino Pisoni.
L’iniziativa, tra quelle recenti più rilevante, porta però la firma di Kengo Kuma, uno dei più importanti e significativi architetti giapponesi contemporanei, progettista dello Stadio Nazionale del Giappone, costruito a Tokyo per ospitare la XXXII edizione delle Olimpiadi. Noto per l’attenzione con la quale guarda ai materiali - scelti non solo per la funzione architettonica alla quale sono destinati, ma anche per l’emozione che sanno suscitare - ha creato una fontana-scultura in tonalite installata al porto di Forio di Ischia. Granitica, possente, maestosa, ha un valore intellettuale ed economico inestimabile. “Un progettista importante e un luogo tra i più belli e famosi d’Italia agli occhi del mondo - commenta Pedretti - sono elementi rari che trasformano la materia in opera d’arte e cambiano il paesaggio”. “Tutti i contatti, sia passati che attuali, li stiamo mantenendo caldi.
La pandemia paradossalmente ha aiutato rendendo quotidiani e normali nuovi modi di relazionarsi a distanza e avvicinandoci ai nostri partner, anche a quelli più lontani. Un altro aspetto importante riguarda il territorio. Dopo le presentazioni e la conoscenza tra
chi idea l’opera e noi che rendiamo tangibile il progetto dando forma alla pietra, i designer, gli architetti e gli artisti trascorrono sempre qualche giorno a Carisolo. Si recano in cava, visitano il laboratorio, vogliono sapere nei minimi dettagli le caratteristiche dei materiali e dell’ambiente dove nascono per poi dare vita a nuove idee progettuali”.
Ogni giorno è un fermento di idee. Sabato 18 giugno 2022 è stata inaugurata, ad Arte Sella, “Physis”, installazione di Arcangelo Sassolino, designer protagonista del padiglione Malta alla 59esima biennale di Venezia. Si tratta di un lavoro in cui tecnologia, arte e natura convergono.
La pietra continua ad ispirare. La tradizione supporta l’innovazione. La ricerca della qualità e del “ben fatto” che contraddistinguono l’italianità, anche sulle montagne delle Alpi, alimentano la conoscenza e favoriscono opportunità.
La storia di Pedretti Graniti continua guardando con fiducia al futuro nel segno della bellezza.
La tonalite è stata così chiamata
dal geologo tedesco Gerhard vom Rath che la descrisse nel 1864 per ricordare il suo primo ritrovamento nel 1857 sul Passo del Tonale. È una roccia
magmatica intrusiva intermedia, con una composizione simile al granito. In tutto il mondo, questa pietra porta il nome del passo tra provincia di Brescia e Trentino.
La storia di Pedretti Graniti inizia negli anni Cinquanta del secolo scorso quando, con i grandi interventi idroelettrici in Giudicarie, arrivano squadre di scalpellini per estrarre e trasformare la pietra necessaria alla costruzione di dighe, ponti e strade. Nel 1956 Antonio Pedretti mette radici in Val Rendena e nel 1960 avvia un’attività in proprio. Nel 1976, i figli di Antonio - Faustino, Bortolo, Dino e Mario - fondano la Pedretti Graniti che estrae, lavora e vende la tonalite. L’impegno dei quattro fratelli sarà indirizzato, nel tempo, anche verso un altruismo e una generosità non comuni a favore della comunità locale, dell’associazionismo e del volontariato. Fino alla metà degli anni ‘70 l’attività ruota attorno alle figure del tagliapietre e dello scalpellino. Poi, con la costruzione del laboratorio in zona industriale
a Carisolo, sia l’estrazione che la lavorazione si evolvono con l’utilizzo di mezzi meccanici ed elettronici all’avanguardia, rendendo possibile la realizzazione di prodotti di elevata qualità.
La tonalite proviene dalla cava di Ponte Rosso, in Val di Genova, sul territorio del Comune di Strembo. La presenza all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta, istituito anni dopo l’avvio dell’attività estrattiva, non è stata sempre compresa. La ricerca di un corretto equilibrio tra uomo e natura ha portato l’azienda ad intraprendere un percorso improntato alla qualità e alla ricerca di un valore aggiunto, intrinseco oltre che economico, da attribuire alla pietra. Pedretti Graniti ha ottenuto la Certificazione di qualità ISO 9001 e adottato il sistema di Gestione ambientale 14001. L’estrazione del granito dell’Adamello è sottoposta a 21 pareri diversi e al controllo delle strutture competenti in materia della Provincia autonoma di Trento.
Foto e video @credits Marco Varoli