(Ursus arctos)
L’orso bruno è un mammifero appartenente alla famiglia degli Ursidi, nella quale si annoverano i più grandi carnivori terresti, come l’orso polare e l’orso Kodiak, in grado di superare i 700 kg.
Diffuso dall’Europa fino all’Asia e al Nord America l’orso bruno attualmente conta 44 diverse popolazioni che tra loro presentano differenze di peso sorprendenti, influenzate dal luogo, dal sesso, dall’età e dalle stagioni.
Qual è la storia dell’orso nel Parco Naturale Adamello Brenta?Perseguitato con ogni mezzo per secoli, l’orso rimase confinato in una ristretta area del Trentino occidentale, che a protezione del plantigrado, divenne il Parco Naturale Adamello Brenta. Per evitare l’estinzione ormai imminente della specie, nel 1996 il Parco, che ha posto l’orso sul proprio stemma, ha avviato il progetto di reintroduzione Life Ursus. Tra il 1999 e il 2002 sono stati rilasciati 10 esemplari di orso bruno provenienti dalla Slovenia, che si sono ben adattati al nuovo ambiente di vita e hanno dato origine ad una nuova popolazione sulle Alpi Centrali.
Quanto pesa?Nel caso dell’orso bruno presente in Trentino, i grossi maschi possono superare anche i 300 kg di peso, mentre le femmine, decisamente più piccole, raggiungono un peso medio attorno ai 90 kg.
Dove vive?L’orso predilige vaste foreste ricche di sottobosco, in cui trova la necessaria tranquillità e gli alimenti di cui si ciba. Si trova soprattutto nella fascia di altitudine compresa tra i 700 ed i 1800 m s.l.m., ma può stanziare anche a quote più basse nei fondivalle o raggiungere le quote più elevate nell’atto di attraversare i passi di montagna.
Come si muove?L’orso ha un’andatura particolarmente curiosa: muovendo insieme la zampa anteriore e posteriore dello stesso lato avanza con il tipico dondolante e quasi comico “passo dell’orso”. Più raramente l’orso si muove correndo o galoppando e su brevi distanze può raggiungere velocità notevoli, più di 50 km/h.
Che cosa mangia?Sebbene l’orso sia un noto animale onnivoro, come classificazione rientra nell’Ordine dei Carnivori, ovvero l’insieme di tutti quegli animali che nella propria storia evolutiva hanno sviluppato degli speciali denti adatti a masticare la carne (noti come denti carnassiali o ferini).
L’orso preferisce di gran lunga gli alimenti vegetali: da studi condotti sugli orsi nel Parco si è evidenziato che le piante compongono oltre il 60% della sua dieta (come erbe, germogli, frutti e radici), seguiti dagli insetti imenotteri (come vespe, api e formiche) che costituiscono il secondo alimento per importanza, ben il 17%.
Ne sono una prova i denti molari e premolari, più simili a quelli dell’uomo e dei suini, cioè piatti, maggiormente adatti a triturare vegetali che a lacerare carne. Al contrario, i lunghi canini dell’orso moderno ricordano che nella dieta dei suoi antenati la carne è stata una componente molto più presente.
L’indole pacata e schiva dell’orso si riflette in una scarsa efficienza come predatore. Infatti è troppo faticoso cacciare animali selvatici abituati a scappare veloci quando a disposizione si ha molto altro da mangiare.
L’orso è infatti un maestro nel recuperare il cibo in altri modi, può essere considerato come un “opportunista ecologico” perché è in grado di adattare la dieta nel corso dell’anno, in base alla disponibilità stagionale del bosco. Di rado l’orso bruno preda gli animali domestici, cogliendo l’opportunità di un pasto facile ma diventando così fastidioso e pericoloso agli occhi dell’uomo.
Quali sono le doti dell’orso?L’orso ha un corpo adatto ad ogni sfida: possente, forte e resistente con grandi zampe dotate di 5 robusti unghioni ricurvi; zampe così sono capaci di gesti estremamente delicati ma all’occorrenza sono ideali per scavare, arrampicarsi o pronte per difendersi da altri orsi. Animale intelligente, l’orso possiede anche un ottimo udito e un naso straordinariamente potente, tra i migliori nel regno animale, più sensibile di quello umano di ben 2000 volte. Tutto ciò a discapito della vista, meno sviluppata rispetto a udito e olfatto. Per questo motivo l’orso, se incuriosito, spesso si alza eretto sulle zampe posteriori, in questo modo riesce a percepire meglio quello che lo circonda.
Quando sono più attivi gli orsi?Animale prevalentemente crepuscolare e notturno, l’orso spesso utilizza le ore del giorno solo per riposarsi, alternando fasi di immobilità a piccoli spostamenti. Per questo motivo, la scelta dei giacigli diurni e la possibilità di trovare aree indisturbate nelle quali passare le ore di riposo sono molto importanti.
È facile incontrare un orso?Schivo e diffidente è estremamente difficile da incontrare. Al contrario di quello che si pensa l’orso non è aggressivo e non attacca, ma esistono situazioni in cui ciò può accadere ovvero quando pensa di essere in pericolo per sé stesso o per i propri cuccioli, quando teme che gli venga sottratta una fonte di cibo o se non ha altre vie di fuga come alternativa.
Come funziona il letargo?Con l’avvicinarsi della difficile stagione invernale l’orso entra in un tipo di letargo particolare chiamato ibernazione che inizia indicativamente a novembre per concludersi a marzo dell’anno successivo.
Si tratta sempre di uno stato di sonno ma meno profondo del letargo in cui cadono altri animali selvatici (come le marmotte o i pipistrelli). La temperatura del corpo diminuisce di pochi gradi (3-5°C), il metabolismo rallenta con i battiti del cuore che da 40-50 pulsazioni al minuto scendono a 8-10 pulsazioni al minuto, allo stesso modo la respirazione cala da 10-15 respiri al minuto a circa 1 respiro al minuto. Per questo motivo un orso ha un sonno “leggero” ed è in grado di risvegliarsi in ogni momento se disturbato.
Quando nascono i piccoli?È proprio nella tana invernale, tra il 10 gennaio e il 20 febbraio, che le orse danno alla luce i propri piccoli, in rari casi anche 3-4 per cucciolata, più frequentemente 2. Fino alla tarda estate, periodo in cui avviene la prima muta, si possono riconoscere per un particolare collare bianco. Nonostante le dimensioni che raggiungeranno da adulti, i piccoli appena nati pesano 300-500 gr, ovvero circa 1/500 di quello della madre.
Ciechi, senza denti e ricoperti di una corta peluria sono fragili e del tutto dipendenti dalla madre che li accudirà a lungo, insegnandogli con pazienza ogni aspetto di una vita “da orso”.
Quanto può vivere un orso?In natura l’orso può vivere fino a circa 20-25 anni, mentre in cattività anche più a lungo, in rari casi può superare anche i 50 anni.
L'opera e il suo autore
L'orso è stato maestralmente scolpito da Mario Brugnoni, O. Bonenti, Elia Zambelli e Dario Ondini. Artisti della scuola del legno di Praso "La Busier".
Disegni e illustrazioni
Illustrazioni di Alice Nainer.
Per saperne di più sull’orso si consiglia di visitare la sezione dedicata al sito web del Parco Naturale Adamello Brenta
Per approfondire le conoscenze in merito all’orso trentino, consigliamo le seguenti letture:
- Un uomo tra gli orsi di Andrea Mustoni
- L’orso bruno sulle Alpi di Andrea Mustoni
- L’uomo e l’orso possono convivere di Filippo Zibordi
- Gli orsi delle Alpi di Filippo Zibordi
- In nome dell’Orso di Matteo Zeni
- Orso bruno di Fabio Osti
- Sulle orme dell'orso di Graziano Daldoss
- L’orso bruno nella Venezia Tridentina di Guido Castelli
- La caccia sull'alpe di G.B. Sicheri
- Sulla pelle dell'orso di Anna Finocchi e Danilo Mussi