La valle burbera
Carlo Goldoni – Il burbero benefico
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L'Abete bianco di Siniciaga
Sostengo il sentiero con radici possenti e tenaciSono un doganiere. Un doganiere in pensione dimenticato da tutti.
Ho trascorso la mia vita quassù, tutta la mia vita sul sentiero erto che porta in Siniciaga.
“Chi va là?” “Su coraggio, in cima sarete ricompensati della fatica” “Saluti. Buon viaggio” “Che Dio vi assista” …Le frasi che ho ripetuto negli anni mi risuonano ancora nelle frasche e riempiono il silenzio delle giornate. Quante volte, arrivate fin qui, le truppe austroungariche si appoggiavano al mio tronco per riprendere fiato: cercavo di sostenere come potevo l’umore dei giovani soldati, sapendo che altre dure battaglie li aspettavano.
Durante la transumanza mi sentivo in compagnia delle rendene, le vacche brune dallo sguardo dolce: c’era da divertirsi nel vederle curvare sul sentiero stretto; hanno un fisico solo all’apparenza non adatto a certi percorsi: sono forti e tenaci, com’è nel carattere dei valligiani, e alla lunga passano anche i tratti più impegnativi. Vita dura quella del transumar, anche se dopo il dovere arriva il piacere; e che piacere l’erba d’alta quota brucata nella quiete delle nuvole!
ma ho un cuore teneroSembro burbero, ma mi da’ immenso piacere quando qualcuno viene fin quassù a farmi visita. Ultimamente mi sono arrivate certe voci alle quali non so se credere. Sono state le cince dal ciuffo, dedite al pettegolezzo della valle: “Congratulazioni caro doganiere – gongolanti e maliziose – congratulazioni! Abbiamo sentito che presto parleranno di te in un libro. Di te e di pochi altri illustri alberi. Se vengono a fotografarti possiamo posare anche noi sui tuoi rami?”
Aria cince, aria; non sono il tipo da farmi illudere o lusingare dalle vostre ciance.
Una fotografia, un’intervista… mi batte il cuore a pensarci. Certo non voglio illudermi, ma le cince difficilmente dicono bugie. Da quando l’ho saputo mi sento più sciolto, cerco di non arrossire se mi fanno complimenti e tengo la chioma sempre in ordine.
E quando le cince si fermano sopra i miei rami, si mettono in posa e si sistemano il ciuffo, non dico una parola e lascio fare.
(Tratto da “Alberi monumentali” di Roberta Bonazza)