La valle smemorata
Gabriel García Márquez - Cent’anni di solitudine
Per scoprire...
OA OA
...per scoprirsi
Compagni di viaggio, compagni di vita“Ma li abbiamo visti più volte! e poi oggi fa un caldo che si schianta!”
Remo e Simona se ne stavano seduti al bar a discutere sul da farsi, sentivano il bisogno di muoversi, di camminare, ma si trovavano bloccati nel paese di Storo, dove si coltiva il grano marano dai chicchi rossi, dai quali si ricava la famosa farina gialla di Storo detta anche l’oro giallo di Storo.
“Sì lo so! ma d’altronde se il camper (accidenti a lui!) è dal meccanico, per oggi, non vedo molte possibilità di salire in quota a godersi un po’ di frescura!”
“Se lo avessi fatto controllare prima di partire… non avremmo avuto problemi a tornare dalla Val Averta”
“Ho capito! l’ho fatto controllare nemmeno due mesi fa! Il nostro caro compagno di viaggio comincia ad essere anzianotto altroché!”
“Anzianotto o no, non ho certo intenzione di stare qui a bighellonare fino a domani, ma l’idea di camminare in mezzo ai campi sotto questo sole cocente non mi ispira neanche un po'!"
Il cameriere correva tra i tavoli a servire persone in cerca di un po’ di refrigerio, lui sì che capiva quanto la calura di quel giorno fosse insopportabile. Correva portando bevande ghiacciate e con la camicetta un po’ appiccicata e la fronte imperlata si fermò per incassare al tavolo a fianco. Terminate le operazioni di routine si girò verso i due camperisti esclamando: “Scusatemi signori se mi permetto di intromettermi, ma avete mai visitato la Val d’Ampola?”
“No” rispose Remo.
“Anche perché camminare lungo quel serpentone di asfalto con tutti i mezzi che passano non mi pare un granché” aggiunse Simona.
L'antica strada per la Valle d'Ampola“Ma esiste un’altra strada, appartata e talmente antica che nessuno qui si ricorda più della sua esistenza. È stata scoperta qualche anno fa da un gruppo di appassionati”.
“Ma com’è? Io non è che voglio arrampicarmi su per pendii ripidi” chiese Simona.
“Non è per nulla ripida” le rispose il cameriere “basta prendere questa strada e seguirla fino a raggiungere la centrale idroelettrica chiamata Palvico ex 34. Poco prima trovate il cartello che vi segnala l’inizio del percorso. Camminerete per lunghi tratti all’ombra ed altri accompagnati dalla frescura del torrente Palvico. Il resto non ve lo spoilero, apprezzerete i suoi segreti durante il cammino. Giunti al guado, se volete, potete attraversare e proseguire fino al forte austroungarico del forte Ampola con la splendida cascata di fronte. Al ritorno, giunti alla centrale, allungate di due minuti il cammino e andate alla magnifica cascata del “Büs da Mort”, lì potete anche farvi un bel bagnetto se lo desiderate”.
Mentre Simona, con la sua consueta empatia iniziava a sommergere il malcapitato cameriere di frasi, il ben più pacato Remo pagò il conto e girandosi verso Simona disse:
“Andiamo?”.