Il primo momento documentato e attendibile, in ordine cronologico, dell’attività dei Baschenis in Rendena, è la Chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate presso Pelugo, solitaria pieve romanica nella scenografica cornice del gruppo Adamello Brenta.
La chiesa di Sant'Antonio Abate
San Cristoforo e la TrinitàUn gigantesco S. Cristoforo sulla facciata principale, reca un cartiglio con data e nome del pittore, Dionisio de Avevaria, 1493. Il Bambino Gesù sulla spalla, poco più grande del volto del santo, e la posizione frontale, delineano ancora una forte ieraticità propria di un approccio artistico ancora pre-rinascimentale.
Maestosa nella ritmica composizione è l’immagine della Trinità a contorno del gotico portale. In un cromatico e geometrico equilibrio si fonde la Croce di Cristo col trono.
I Baschenis insegnano con le immagini
BiBlia pauperumUn caratteristico fregio decorativo introduce questa parte affrescata con storie di Sant'Antonio. La suddivisione in riquadri e le sottostanti didascalie in volgare rappresentano un significativo esempio di “bibbia dei poveri”, ovvero la semplicità di un comunicare per immagini.
Dionisio, legato a certi formalismi goticizzanti di facile simpatia alla sensibilità religiosa valligiana, decora con storie di Cristo la grande lunetta interna. In facile risalto appaiono i tentativi prospettici.
l’Ultima CenaNel particolare dell’Ultima Cena interessante è l’accurata descrittività degli oggetti sul tavolo: bicchieri di diversa forma, ampolle di vino bianco e rosso, gli immancabili pani e pesci. Peculiarità che si ritrova in altri affreschi è la presenza d’una specie di gambero rosso, originale nota di personalizzazione dei Baschenis.
Risalendo la valle lungo il Sarca, due tappe irrinunciabili: Carisolo e Pinzolo con le rispettive Danze Macabre.