Adolf Vallazza

Author: Alberta Voltolini

Il celebre artista di Ortisei ha esposto le sue opere presso la chiesa di San Barnaba a Bondo-Sella Giudicarie durante l'estate 2024.

Adolf Vallazza e la mostra "sacro e profano"La chiesa di San Barnaba a Bondo, nel Comune di Sella Giudicarie, ha confermato la sua proposta culturale estiva sottolineando, nel segno dell’arte, la sua crescente importanza quale polo culturale e spazio di riferimento per la valorizzazione di artisti di primo piano. L’ultimo, in ordine di tempo, ad essere ospitato nella chiesa barocca, è stato lo scultore di Ortisei, in Val Gardena, Adolf Vallazza, con la mostra “Sacro, profano” inaugurata il 20 luglio 2024 e visitabile fino all’ultimo fine settimana di settembre. L’iniziativa, voluta dal Comune di Sella Giudicarie, è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio Vallazza e Galassia Mart che, attraverso questa alleanza con il territorio, ha dato concretezza alla funzione pubblica del Mart quale ente di conservazione e valorizzazione di un patrimonio comune.

Roberta Bonazza e Le esposizioni di San BarnabaConclusa la trilogia dedicata ai settecento anni dalla morte di Dante Alighieri con le mostre di Fabio Bucciarelli (2021), Willy Verginer (2022) e Mauro Cappelletti (2023), Roberta Bonazza, curatrice delle esposizioni proposte a San Barnaba, è tornata a lasciarsi ispirare dai misteri della montagna e del bosco, accendendo l’attenzione sul mondo ancestrale e simbolico dell’artista di Ortisei.

Adolf Vallazza e la sua arteIn Val Gardena, dove la scultura con il legno appartiene alla gente del posto da secoli, Adolf Vallazza ha tracciato una sua via facendo incontrare tradizione e contemporaneità: i totem, i menhir e i troni scolpiti nel legno vecchio di anni o secoli, spesso recuperato dalle antiche case contadine dell’Alto Adige, hanno le forme dell’arte contemporanea e allo stesso tempo richiamano gli antichi miti e i simboli dell’immaginazione. Il legno, materia della natura, racconta, ancora prima di assumere la forma che gli dà l’artista, la storia del luogo al quale appartiene attraverso le venature, i nodi, i cerchi e il colore che gli conferiscono le essenze dal quale proviene e il tempo.

Tutto ha inizio dal ciclo vitale dell’albero"Il tema sacro, profano scelto per la mostra allestita nella seicentesca chiesa di Bondo - spiega la curatrice della mostra Roberta Bonazza - si realizza all'unisono tenendo insieme, nel gioco delle posture e degli incastri, forme di un arcaismo montanaro e di una sacralità raffinata. È il dipanarsi di un linguaggio che nel percorso dalla navata all’altare si fa grammatica senza cesure, sacroprofano in un'unica parola che campeggia sul fondale delle nostre esistenze." "Tutto ha inizio dal ciclo vitale dell’albero - prosegue Bonazza - che mette a disposizione il suo duraturo apparato scheletrico per essere reso di nuovo morbido alle carezze e significativo allo sguardo. Il rinnovato ciclo del legno è tradotto in realtà di forma dall’arte scultorea di Adolf Vallazza nel tentativo di eternare ciò che l’umano crea per lasciare traccia del proprio sentire. Lo scultore gardenese onora le diverse stagioni degli alberi aggiungendo, nella sua coraggiosa esplorazione del materiale ligneo, la stagione a noi più vicina, più intima, più domestica, ovvero quella del legno vecchio recuperato da masi o da fienili dismessi."


Da cent’anni sul trono dell’arte

100 anni di arteLo scultore di Ortisei ha compiuto 100 anni il 22 settembre mentre era in corso la mostra di Bondo. Un traguardo invidiabile, lo scoccare del secolo di vita, e un’occasione per confermare l’immutato interesse per un percorso ancora prolifico. “La voglia di fare arte - ha dichiarato Adolf Vallazza - è viva perché sta dentro di me, mentre le idee, i temi e le motivazioni nascono negli anni, con il tempo, osservando il mondo che è un posto meraviglioso”.

le mostreTantissime le mostre che lo hanno portato, nel corso della sua vita, in giro per il mondo. Non chiuso tra le mura verdi della valle, ma aperto con numerosissime mostre proposte che lo portano a conoscere, ad esempio, il regista Ermanno Olmi, il direttore artistico dell’Olivetti (e futuro direttore di Palazzo Grassi) Paolo Viti, lo scrittore, poeta e scenografo Tonino Guerra. La seconda monografia su Adolf Vallazza esce nel 1984 con la copertina curata da Bruno Munari.

le collezioniLe sue opere sono oggi presenti in numerose collezioni tra le quali il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum a Innsbruck, il Museo Civico e il Museion-Museo provinciale d’arte moderna e contemporanea a Bolzano, la GAM-Galleria civica d’arte moderna e contemporanea a Torino, Arte Sella-The Contemporary Mountain in Valle di Sella (Trentino), il Museo del Novecento a Milano e il MART-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

“La voglia di fare arte è viva perché sta dentro di me, mentre le idee, i temi e le motivazioni nascono negli anni, con il tempo, osservando il mondo che è un posto meraviglioso”.

Per chi desiderasse conoscere qualcosa di più su questo scultore, si possono leggere numerosi cataloghi e monografie: da “I legni di Vallazza” con testo di Giuseppe Marchiori e foto di Gianni Berengo Gardin (Venezia, 1974) passando per il testo di Aldo Gorfer “Adolf Vallazza: una storia dell’anima gardenese” (Quaderno di cultura alpina, Priuli & Verlucca editore, Ivrea 1996) fino al più recente catalogo “Adolf Vallazza. Sacro, profano" curato da Roberta Bonazza in occasione della recente esposizione in Trentino. Numerose informazioni sono disponibili anche sul sito web dell’artista www.adolfvallazza.com.

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